<Artemide_illuminazione_Yanzi>

Presentare Artemide al pubblico potrebbe quasi apparire pleonastico, considerata la notorietà globale del marchio. Quando nel 1959 venne fondata l’azienda specializzata  nella produzione di accessori per l’illuminazione, Ernesto Gismondi e Sergio Mazza ebbero ben presente la locuzione latina omen nomen, il destino nel nome.

Artemide, nella mitologia classica, è la dea della Caccia, una dei dodici Olimpi e sorella di Apollo, intrinsecamente legata al concetto di Luce. Un concetto che il Brand ha saputo ossequiare e ampliare, fino a farlo divenire nozione fondante della filosofia "The Human and Responsible Light", centro nevralgico di ogni mossa aziendale: la Luce diviene funzionale alle esigenze dell’individuo.

Ripercorrendo l’iter storico del marchio, si evince come spesso Artemide sia stata sinonimo di innovazione e di prime volte. Le collaborazioni con eccelsi designer, la miriadi di premi e riconoscimenti, la presenza permanente di Artemide in luoghi iconici del design, sia che si tratti di showroom o di prestigiosi musei internazionali, corroborano il ruolo di preminenza dell’azienda nel panorama globale.

Nonostante possa considerarsi appena una start-up per l’epoca, l’azienda si pone come punto di riferimento fin da subito, grazie all’immissione sul mercato di una serie di prodotti che non tarderanno a distinguersi:

  • Polluce, un cult tra le lampade da terra nato nel 1965 dalla collaborazione tra Enzo Mari e Anna Fasolis;

<Artemide_illuminazione_Polluce>

  • Eclisse, prodotto ideato da Vico Magistretti nel 1967 e che valse ad Artemide il primo dei cinque Compassi d’Oro fin qui detenuti.

<Artemide_illuminazione_Eclisse>

Prodotti che conferirono al brand una struttura e una dimensione internazionale e che furono propedeutici al lancio del prodotto maggiormente rappresentativo dell’intero catalogo Artemide: la lampada Tolomeo.

Disegnata da Michele De Lucchi con Giancarlo Fassina nel 1987, Tolomeo è uno dei rarissimi prodotti in grado di abbinare una triplice accezione positiva: è al contempo oggetto cult, best seller della sessantennale collezione Artemide e uno dei simboli universalmente riconosciuti del made in Italy.

<Artemide_illuminazione_Tolomeo>

Una rivisitazione geniale della classica lampada a braccio, un connubio tra conformismo nelle forme e rivoluzione nelle tecnologie che regala le coup de theatre più intrigante: la versatilità di ogni singolo componente della lampada, in grado diventare punto luce indipendente.

Come azienda leader del settore Artemide ha avuto inoltre l’ambizione di intraprendere sfide pionieristiche, in grado di destabilizzare positivamente l’intero comparto del design da illuminazione. Emblematiche a tal proposito le creazioni Sui e Kaio, griffate rispettivamente da Carlotta Bevilacqua ed Ernesto Gismondi, le prime lampade a led, lanciate sul mercato agli albori del nuovo millennio e antesignane di una decade, già passata ai posteri come Led Revolution.

<Artemide_illuminazione_Kaio>

D’altronde è insito nel genoma aziendale: Artemide è nata per illuminare la scena.