Il peso specifico del brand Oluce, ci consente di ribaltare gli abituali canoni dello storytelling aziendale che introduce la presentazione dei marchi partner FeelDesign. L’eccezionalità della caratura di Oluce, impone di partire dalla più recente attualità. Nella settantennale storia dell’impresa, costellata da molteplici riconoscimenti internazionali e con una bacheca colma di prestigiosi premi, la soddisfazione più lusinghiera è datata 2 Giugno 2019.

In occasione del settantunesimo anniversario della Festa della Repubblica italiana, il Presidente Sergio Mattarella si è fatto primo promotore del progetto  “Quirinale contemporaneo”; iniziativa gestita e curata da Cristina Mazzantini, finalizzata all’esibizione al pubblico di 36 opere selezionate tra i vanti artistici della penisola e di 32 oggetti, frutto della genialità delle eccellenze nel design italiano, prodotti da aziende, laboratori e opifici del territorio.

Tra i 68 pezzi che trovano una collocazione permanente nel Palazzo del Quirinale, all’interno dello Studio alla Vetrata e nella Sala di Druso, sono state installate le lampade Atollo e Zanuso, i due prodotti più rinomati del catalogo Oluce. D’altronde il marchio più longevo d’Italia, nel campo del design per l’illuminazione, non poteva non essere tra gli invitati di gala nel gotha del made in Italy.

La narrazione di Oluce si sovrappone alla storia della Repubblica e ne condivide, tramite espressioni artistiche divenute icone, l’anima più anticonformista e poetica. Sin dal 1945, partendo dal fondatore Giuseppe Ostuni e da designer che hanno tracciato il profilo artistico della tradizione tricolore, fino ad arrivare al cosmopolitismo dei top designer internazionali che oggi esplorano nuovi orizzonti nel solco di un’identità divenuta inconfondibile, passando per gli anni 70’ contrassegnati dall’aura dominante di Vico Magistretti, tra i venerabili maestri del design mondiale, il brand ha saputo strutturare una collezione variegata in grado di stregare il mercato e di rivoluzionare l’intero settore della produzione delle lampade.

La transizione è folgorante, immediata. Nel 1954, con l’apparecchio 255/387 (detto ”Agnoli”), un esiguo stelo che accompagna l’approdo a un caldo punto luce, Oluce sancisce un passaggio epocale. Viene archiviata la stagione dei paralumi e la clientela inizia a guardare, con interesse crescente, le  lampade da terra, dal design basico che ben si armonizzava con gli arredi domestici.

Oltre ad Agnoli, nel team che all’epoca collaborava con Ostuni, si annoverano artisti visionari del calibro di Forti, Arnaboldi, Monti e Minale, ma è alla fine degli anni ‘50, e in particolare grazie al sodalizio con i fratelli Joe e Gianni Colombo, che il marchio trova quel concept lirico che ne contraddistingue le creazioni ancora oggi. Un dettagliato rigore artistico, tipico della precisione della metrica studiata di un’ode, della partitura matematica che dirige un impasto sinfonico o dell’esatta commistione tra giuste proporzioni e prospettive di una scultura o di un dipinto, sostanziano l’estro dell’artista e ne incanalano la dirompente forza creatrice. Parimenti avviene per la gestazione della lampada da tavolo 281, conosciuta come ”Acrilica”, una parabola curvilinea in robusto perspex lungo la quale un disciplinato barbaglio pare ascendere; un capolavoro d’eleganza, reso possibile dall’intelligente utilizzo di materiali innovativi per l ‘epoca e  presente nel catalogo Oluce dal 1962.

E’ forse con Magistretti che l’azienda compie quell’ultimo salto qualitativo in grado di proiettarla tra le effigi di quei brand talmente famosi, da rendere immediatamente evocativo ogni pezzo della propria collezione:  In qualità di art director e principale designer dell’azienda, scrive un’epoca determinando il suo imperituro lascito: un patrimonio di notorietà diffuso su tutto il globo. Kuta, Lester, Nara, Idomeneo, Pascal, Dim, Sonora, Snow, ma soprattutto Atollo, assurgono presto la dimensione leggendaria a loro congeniale.

Dire Apollo significa esplicitare i contorni di una sagoma divenuta icona, paradigma di stile, di qualità e di superba eleganza minimalista ed essenziale; scelta, non a caso, come lussuoso puntello sulla scrivania presidenziale.

E a seguire una miriade di designer che hanno contribuito a consolidare la posizione di assoluta preminenza di un brand apprezzato a ogni latitudine e longitudine. Ogni artista aggiunge la propria cifra stilistica, conferendo a ogni prodotto Oluce una spiccata personalità: l’elegante austerità britannica di Sebastian Bergne, il brio delle creazioni ideate dagli italiani Laudani&Romanelli, la produzione dei fratelli Fernando e Humberto Campana, poetici interpreti della proverbiale saudade brasiliana. E ancora la delicata finezza delle ideazioni del giapponese Nendo, il minimalismo elegiaco di Toshiyuki Kita, gli slanci espressivi di Francesco Rota e Ferdi Giardini, le soluzioni immaginifiche di Sam Hecht, Jörg Boner  fino ad arrivare agli ultimi esperimenti dell’azienda firmati da Nicola Gallizia, Victor Vasilev e Christophe Pillet.

Ulteriore menzione di merito per una strategia aziendale volta a premiare il talento, prescindendo da un curriculum di spessore. In tale ottica i progetti di tesi, presentati durante Euroluce 2017, delle studentesse di IED Roma, Mariana Pellegrino Soto e Francesca Borelli, sono entrati a far parte, con pieno merito, del catalogo dell’azienda.

Molto interessante anche l’ultimo sviluppo relativo al Bespoke Tailoring; Oluce si trasforma in una sorta di personal provider, incontrando peculiari esigenze nel contract. Tutto il Know How di un’esperienza inimitabile al servizio degli output richiesti dal mercato: lampade create ad hoc, varianti personalizzate sulla base di progetti già esistenti e ritorno su richiesta a produzioni non più in catalogo per soddisfare i bisogni di piccole e grandi forniture.