CASTELLI 1877 E ANONIMA CASTELLI: DUE RETTE PARALLELE NATE NELLA STESSA EBANISTERIA Fu una sorta di parto gemellare foriero di rivoluzionarie avanguardie; un unicum che rimanda alla geometria non euclidea, laddove due rette parallele destinate a non incontrarsi ormai, paradossalmente possono presentare un’originaria e indissolubile convergenza. Convergenza che si riverbera nella cifra stilistica dei due brand, capaci fin da subito di settare la giusta alchimia tra artigianalità e progetto industriale. Si configura così uno sviluppo inedito, in linea d’altronde con le evoluzioni societarie nostrane, orientato alla produzione in esclusiva di arredi per ufficio in grado di amalgamarsi alla perfezione in una progettazione complessiva dalle forme e dall’aura inconfondiibile, tipicamente ‘castelliane’.

PLIA: LA SEDIA PIEGHEVOLE DAL DESIGN DEMOCRATICO

In tale contesto artistico, a metà degli anni ’60 del secolo scorso, la collaborazione con i grandi nomi del design dell’epoca, genera una dinamica innovativa che, dapprima porta in auge l’alluminio, materiale allora dalle potenzialità ancora inespresse nella realizzazione degli arredi, e in chiusura di decade porta alla commercializzazione della celeberrima sedia pieghevole Plia, la cui progettazione è ascrivibile al genio di Giancarlo Piretti.

Un innovativo giunto è alla base della maneggevole seduta; il ‘perno a tre dischi’ determina una sorta di rivoluzione tolemaica nella concezione e nello sviluppo delle sedie pieghevoli del tempo. La Plia, entrata a far parte della collezione permanente del design al MoMA di New York come icona di design democratico, assurge ad emblema della direzione evolutiva adottata dai due marchi Castelli: il disegno industriale volto a ottimizzare gli spazi dell’ufficio e al contempo in grado di strutturare oggetti che si riveleranno utilissimi anche nella quotidiana routine domestica.

L’idea di un complemento d’arredo che occupi uno spazio e che sia in grado, in pochi e immediati gesti, di annullarsi in quello stesso spazio, rappresenta uno stravolgimento epocale.

CASTELLI 1877: IL DESIGN A SERVIZIO DELLO SPAZIO COLLETTIVO Al di là dei cambi di denominazione societaria, e degli aspetti prettamente finanziari e tecnici, è proprio partendo da questo concetto che si biforcano le rispettive mission dei brand Castelli 1877 e Anonima Castelli. Il primo continua a certificare la propria preminente vocazione alla creazione di spazi di lavoro che siano moderni, sostenibili, flessibili, accoglienti ma soprattutto belli.

La ricerca della funzionalità, dell’efficienza e dell’estetica nello strutturare gli spazi collettivi è demandata a un team di professionisti, dalle spiccate competenze settoriali, che si interfaccia costantemente con la clientela in modo da elaborare soluzioni quanto più possibile personalizzate, nel pieno rispetto dei valori fondamentali dell’azienda. Nella galassia di creazioni griffate Castelli 1877, una menzione speciale per il sistema di sedute Vertebra, disegnato da Emilio Ambasz e da Giancarlo Piretti, premiato nel 1982 con il primo dei tre “Compasso d’oro” vinti dal marchio, e per il sistema d’arredi Dalle 9 alle 5 di Richard Sapper; due collezioni evergreen che ancora oggi incantano le platee di tutto il globo, ad ogni latitudine e longitudine.

ANONIMA CASTELLI E LE COLLEZIONI M.ITI.: ALLA RICERCA DI UN PASSATO DA REINTERPRETARE La storia di Anonima Castelli, pur restando imperniata sulla condivisione del medesimo sostrato valoriale, procede invece esplorando strade inedite; come un satellite che, orbitando attorno al proprio pianeta, sappia descrivere traiettorie mirabolanti.

Tra gli anni sessanta ed ottanta imbocca una sublime deriva elitaria e nella collaborazione con mostri sacri del design, tra i quali Rodolfo Bonetto, Nilo Gioacchini, Charles Pollock, F.A. Porsche, Doriana e Massimiliano Fuksas, Enzo Mari e Mario Ruiz, può fregiarsi di arredare i più esclusivi uffici presidenziali di banche e grandi industrie con le sue creazioni più ardite e originali. In quel magico ventennio la miscela di inventiva e genialità fu principale artefice del successo del progetto. Nel presente Anonima Castelli sta cercando una riedizione di quella patina di talento e sfrontatezza, riunendo una fucina dei maggiori talenti del panorama odierno, per rielaborare alcune collezioni del passato, restituendo nuova linfa creativa e una tensione emotiva moderna ad oggetti già capaci di emozionare in passato. Il famoso giunto ideato da Giancarlo Piretti, viene rivisitato in chiave contemporanea, con una freschezza innovativa capace ricalibrare i ‘mobili itineranti’ che stregarono il pubblico mezzo secolo orsono.

La vision aziendale si aggiorna così in un compendio di collezioni che amalgama tradizione e modernità, eredità aziendale ed evoluzione del disegno industriale. I prodotti Plia, Plona, Plato e Pluf sono così riproposti sul mercato, in una sorta di versione 2.0. Una collezione che con brillante enfasi pubblicitaria è stata ribattezzata M.ITI.; acronimo di mobili itineranti e al contempo sagace riferimento all’aura vintage di mitiche collezioni del passato, rispolverate in ottica futuristica. Il tutto con enorme soddisfazione degli amanti del design e di tutti i clienti: come potrete notare nel catalogo FeelDesign, difatti, le nuove edizioni dei prodotti Anonima Castelli non avranno più quella connotazione elitaria del passato, bensì rifletteranno un contenimento dei costi in linea con il minimalismo del nuovo orizzonte del disegno industriale. Non costruite ‘Castelli in aria’; piuttosto arredateci casa!